Dr Maurizio Andorlini

Largo Risorgimento 7 – 55049 Viareggio (LU)


GEOPATOLOGIA

L’importanza che un tempo si dava a certi rapporti uomo-ambiente è testimoniata dal fatto che, fino al settecento, un architetto non era tale se non era anche rabdomante, in grado cioè di integrare pienamente l’edificio nell’ambiente, tenendo conto di ciò che si vedeva e di ciò che c’era pur non vedendosi. Oggi si usano attrezzature elettroniche in grado di misurare l'entità della radiazione e il tipo, ma la scienza non ci ha ancora fornito strumenti in grado di competere con la sensibilità del nostro cervello.

L’uso di strumenti rabdomantici, uniti o meno a rilevatori elettronici, ci permette di valutare il grado di "salute" della nostra casa o del luogo di lavoro; ci permette di scoprire, spesso, la causa di disturbi, dolori o malattie la cui eziologia era ignota e la terapia inutile.

Con in termine "geopatologia" si intende lo studio degli effetti patogeni che le irradiazioni provenienti dal sottosuolo hanno sulla salute (umana, degli animali e delle piante), la patologia determinata da queste influenze elettromagnetiche è detta geopatia.

Ricerche molto estese sono state eseguite in Germania, Austria, Belgio, Francia e Svizzera. Qui esiste addirittura un ufficio cui rivolgersi prima di edificare per sapere se, dove e come costruire per avere una casa sana. Quel che facevano gli antichi.

In Italia, invece, si segue il piano regolatore.....

Già nel 1870 il dottor Haviland, al congresso della Società Londinese di Medicina, espresse l’opinione che molte cause di malattia andassero ricercate nelle abitazioni degli ammalati: fu deriso.

Nella seconda metà dell’ottocento e nei primi decenni del novecento ci furono molti studi in proposito, anche sull’onda della particolare popolarità che conobbe la radiestesia.

Nel 1936 il medico militare francese, comandante Chretien, pubblicò uno studio sui tumori umani causati da emissioni telluriche.

Nel 1938 il dr Peyre, francese, descrisse una scacchiera di raggi tellurici di circa 8 m di lato.

Nel 1956 si dr Curry descrisse una scacchiera simile, con lati che vanno da 3,6 a 16 m ed andamento nord ovest-sud est / sud ovest-nord est, non di origine tellurica, ma cosmica, quindi data da radiazioni provenienti dallo spazio siderale.

Finalmente negli anni ’60 il dr Ernst Hartmann, medico dell’Università di Heidelberg, ha pubblicato i risultati delle sue ventennali ricerche sulle patologie dovute ad emissioni patogene telluriche.

Questi fu colpito dall’osservazione di una serie di tumori epatici insorti in soggetti che abitavano nello stesso palazzo ed avevano le camere da letto una sopra all'altra.

La geopatologia come scienza è nata proprio dagli studi del dr Hartmann, che cominciò con lo studio della carica elettrostatica degli ambienti in cui erano vissute persone con tumori, usando una camera a scintillazione. Vide che la carica presente era da dieci a cento volte superiore a quella normale. Continuò i suoi studi e scoprì che questa anomalia elettrostatica era presente dovunque fossero presenti irregolarità tettoniche, come corsi d’acqua sotterranei o faglie. Vide anche che un aumento della carica elettrostatica dell’aria si presentava con una certa regolarità anche in zone in cui non c’era nessuna anomalia tettonica.

Il dr Hartmann scoprì così che la superficie terrestre è attraversata da una rete di linee a potenziale elettromagnetico anomalo, a direzione nord-sud ed est-ovest, e che i punti di incontro di queste onde, detti "nodi", sono nocivi alla salute umana. Le maglie di questa rete sono di circa 2 m (N-S) x 2,5 m (E-O) alle nostre latitudini, le linee di questa rete (dette muri) hanno uno spessore medio di circa 20 cm. Secondo le sue ricerche il 60-70% delle patologie è condizionato dal luogo in cui vive la persona. Si suppone che questi reticoli siano una risultante degli effetti del magnetismo terrestre (linee N-S) unito alle caratteristiche (composizione, tensioni interne, cavità) della crosta terrestre (intensità e regolarità della scacchiera) e agli effetti distorsivi della crosta stessa determinati dalla rotazione della terra sul suo asse (linee E-O).

Fig. 2: Rappresentazione delle linee energetiche della rete di Hartmann

Bassorilievo del 2.500 a.C. – Malta, Museo de La Valletta

 

 

Le caratteristiche delle emissioni di questa rete sono sovrapponibili a quelle della rete di Curry ed a quella individuata da Peyre: si tratta di campi elettromagnetici statici ad altissima frequenza e bassissimo potenziale, in grado di "scaricare" o depolarizzare le cellule di un essere vivente che vi permanga a lungo.

La rete di Hartmann è formata da linee a maggiore attività intercalate a linee a minore attività, la rete di Peyre "vedeva" in pratica solo le linee a maggiore attività.

La rete di Curry, molto temuta dai geobiologi inglesi, è probabilmente dovuta ad una deviazione delle radiazioni cosmiche dovuta alle radiazioni telluriche, cioè le radiazioni provenienti dal cosmo vengono deviate dall’attività tellurica, come se i nodi "più forti" di Hartmann attirassero le radiazioni cosmiche, che, in tal modo, non arrivano diffuse "a pioggia" sul terreno, ma ordinatamente raggruppate in fasci.

Ci saranno perciò punti in cui i nodi del reticolo di Hartmann sono anche nodi del reticolo di Curry: sono i punti in cui l’attività magnetica, e quindi l’azione geopatogena, sono più intense. Probabilmente gli antichi cinesi, quando imponevano di stare alla larga dalle "Porte dei Demoni", si riferivano proprio a questi punti.

Questi reticoli sono abbastanza regolari, ma la loro struttura può subire deformazioni notevoli per la presenza di anomalie tettoniche, di faglie, di corsi d’acqua, di anomalie geomagnetiche o di grosse masse metalliche.

Infatti anche le fratture del terreno (faglie) ed i corsi d'acqua sotterranei, così come la presenza di minerali nel sottosuolo o le pietraie miste, determinano emissioni elettromagnetiche, quindi potenzialmente pericolose.

Il dr Cody, negli anni ’60, ha misurato la radioattività, con pellicole in camere di ionizzazione, all’interno di case costruite su terreni con queste zone di irregolarità, trovandola aumentata in modo significativo: oggi abbiamo contatori Geiger abbastanza sensibili da permetterci di seguire il percorso di un corso d’acqua o di una faglia sotterranei, in base alle loro emissioni ionizzanti.

E’ pertanto logico supporre che soggiornare a lungo in un punto di rilascio di radiazioni ionizzanti (come quelle dei raggi X) o con forti disturbi elettromagnetici, possa causare uno stress al nostro organismo.

Quando l'emissione di una faglia o di un corso d'acqua si sovrappone ad un nodo di Hartmann si ha una zona di particolare pericolo, al punto da esser definita "PUNTO CANCRO": vaste statistiche eseguite nell'area parigina hanno dimostrato l'insorgenza di tumori in soggetti che avevano dormito per oltre sette anni in aree perturbate di questo tipo. La ricerca è stata compiuta dal dr Jean Picard con la collaborazione con l’Istituto di Geobiologia di Chardonne (Svizzera), nel quartiere parigino di Moulins, studiando la situazione idrogeologica delle abitazioni dei ricoverati per tumori all’ospedale Salpetriere.

Dormire su un nodo causa stress del sistema nervoso centrale, del sistema ormonale ed in particolare degli organi che si trovano direttamente sulla verticale del nodo. I primi sintomi sono: insonnia, tachicardia, stanchezza cronica, dolori e crampi muscolari, ipertensione arteriosa.

Gli effetti di queste zone perturbate sono stati studiati anche sugli animali e sulle piante.

Si è constatato che la maggior parte degli animali, per riposare, evita queste zone perturbate: un cane non dorme mai in zona perturbata, se vi è costretto si ammala.

I gatti, al contrario, le cercano e sembrano rigenerati dormendo su un nodo: forse era questo il motivo che li faceva ritenere animali diabolici!

Esperimenti compiuti su oltre 25.000 topolini (Hartmann e Jenny) hanno dimostrato che nelle gabbie tenute su un nodo si ha una riduzione della durata della vita ed un calo del 50% nella riproduzione. Topolini cui era stata iniettata una sostanza cancerogena sono morti tutti entro 40 giorni se tenuti su un nodo, sono sopravvissuti se tenuti un zona neutra.

Anche le piante crescono peggio e sono più soggette a malattie quando sono su un nodo o su una zona perturbata.

Gli alberi, cresciuti in zone patogene, mostrano vistosi tumori del tronco o strani contorcimenti ed avvitamenti. Sono impressionanti i tumori che insorgono sui tronchi dei platani cresciuti in zone perturbate: non è difficile vederli lungo i viali delle nostre città.

Fig.3: Maria Grazia Marini: "Alberi", lapis su cartoncino, 1997

Quercia da sughero nata su un nodo di Hartmann o su un corso d’acqua

 

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 TRA TERRA E CIELO