AMALGAMA E MERCURIO DENTALE
Tutte le otturazioni in amalgama contengono mercurio?
Sì, senza eccezioni. L’amalgama, materiale da otturazione
dentaria composto da diverse sostanze metalliche, ha una composizione
(metalli utilizzati e loro percentuale relativa) che varia a seconda
della casa produttrice, ma sempre presenti in essa sono argento (15-30%
circa dell’amalgama) e mercurio (50% circa). Altre componenti
sono rame, stagno, zinco. È proprio il mercurio che, combinato
alle polveri metalliche, ne provoca la coesione.
Le otturazioni in amalgama rilasciano mercurio?
Sì, per effetto meccanico (con l’attività
masticatoria), chimico (con l’abbassamento del pH della saliva,
ad esempio per assunzione di cibi acidi o di bevande calde),
elettrochimico (per scambio ionico tra i metalli diversi presenti
nell’amalgama, o tra il mercurio dell’amalgama e altri
metalli eventualmente presenti nella cavità orale, oro in
particolare: il fenomeno, scoperto a fine Ottocento, è
comunemente conosciuto sotto il nome di “galvanismo
orale”). Qualora nella bocca siano presenti oro e amalgama,
aumenta notevolmente il rilascio di mercurio (dalle 4 alle 10 volte),
ne è la prova la presenza di una patina nerastra sulle superfici
in oro. La liberazione di mercurio è continua nel tempo; in un
amalgama di 5 o 10 anni si può avere una riduzione del contenuto
di mercurio che può arrivare fino al 25-30%.
Oltre al mercurio possono liberarsi dall’amalgama anche altre
sostanze quali zinco, rame e argento, provocando in alcuni soggetti una
sintomatologia da intossicazione cronica.
Il mercurio danneggia l’organismo?
Sì, il mercurio è altamente tossico. Ha una notevole
capacità di produrre radicali liberi, interferisce con enzimi ed
ormoni, può rimpiazzare minerali quali zinco, selenio e
magnesio; provoca alterazioni della flora batterica intestinale
favorendo organismi patogeni opportunisti quali fermenti, batteri e
virus; danneggia inoltre le cellule nervose.
Quali sono i sintomi di un’intossicazione da mercurio?
Sono i più svariati: tachicardia, problemi neurologici, di
comportamento; ansia, irritabilità, fatica cronica, intolleranza
allo stress, nausea, depressione, cefalea, sonnolenza, inappetenza,
abbattimento, difficoltà di concentrazione, emicrania, ronzio
auricolare, caduta dei capelli, prurito cutaneo, disturbi articolari,
diminuzione della capacità immunitaria del soggetto, disturbi
digestivi; relativamente alla cavità orale, gengiva sanguinante,
gusto metallico, lingua che brucia; relativamente al sistema nervoso
centrale, problemi di concentrazione, problemi di memoria, disturbi del
sonno, mancanza di iniziativa, nervosismo, iperemotività,
irritabilità, insonnia, agitazione psicomotoria, depressione,
apatia, tremore. Il mercurio inoltre può indurre alcune
affezioni autoimmuni, e incrementare, sia in numero che in
gravità, le allergie. A livello dell’apparato
gastroenterico gengivite e stomatite sono sintomi frequenti. Talora
possono riscontrarsi disturbi della vista associati o meno a
incoordinazione motoria. Pare inoltre coinvolto negli stessi meccanismi
metabolici che sono all’origine dell’Alzheimer e del
Parkinson.
Ma il mercurio rilasciato dalle otturazioni dentarie è tossico?
Non sappiamo ancora con certezza se la quantità di mercurio
rilasciato dalle otturazioni sia sufficiente a provocare malattia,
anche solo nella minoranza di persone maggiormente esposte e/o
più sensibili. Non è ancora dimostrato un nesso diretto
di causalità tra rilascio di mercurio dentario e insorgenza di
patologie degenerative (come le malattie demielinizzanti del sistema
nervoso centrale, l’Alzheimer, la Sclerosi Multipla), quindi si
può ragionevolmente supporre che ci siano fattori predisponenti
genetici (gli stessi che causano la malattia degenerativa) e fattori
acquisiti (ad esempio infezioni croniche) che rendono tossico il
mercurio rilasciato dall’amalgama, così come si deve
riconoscere che, come per le radiazioni, probabilmente non esiste una
soglia di sicurezza per l'assorbimento del mercurio. Si ricordi che il
paziente odontoiatrico non è solo un insieme di denti da curare,
ma un organismo unitario in cui ogni parte interagisce profondamente
con il tutto: gli effetti delle interferenze tra materiali dentari e
organismo sono rigorosamente ad personam, presentando i vari soggetti
valori soglia del tutto individuali (due persone nelle identiche
condizioni di carico tossinico possono presentare condizioni di salute
differenti) e modificabili nel corso della vita a causa di eventi
destabilizzanti esterni (ad esempio un grave lutto può abbassare
drasticamente tale soglia di tolleranza, scatenando una patologia in
una condizione di carico tossinico fino a poco tempo prima
perfettamente tollerata). Il nostro organismo risulta continuamente
bombardato da un carico di tossine a derivazione ambientale,
alimentare, farmacologica, batterica, virale… i nostri sistemi
difensivi e disintossicanti riescono a mantenere il livello di salute
fino a quando il carico non supera la nostra soglia di tolleranza (o
per l’aumentare del carico o per l’abbassamento della sua
personale soglia). La soggettività della problematica è
il cardine fondamentale del problema.
Come si rileva la presenza di un’intossicazione da mercurio nell’organismo?
Il medico opera una raccolta dettagliata di tutti i sintomi presentati
dal paziente valutando quelli che possono essere direttamente o
indirettamente connessi con un’intossicazione da mercurio. Gli
ausili diagnostici a disposizione sono i seguenti:
• misurazione della corrente elettrica delle
otturazioni tramite amperometro elettronico, esame effettuabile in
studio in pochi minuti;
• analisi della presenza di mercurio nelle urine
attraverso il test colorimetrico, effettuabile in studio (evidenzia la
presenza di mercurio, piombo, rame cadmio e zinco nelle urine);
• mineralogramma del capello (secondo alcuni
autori rileva lo squilibrio nella triade calcio-manganese-mercurio e
consente di valutare la situazione di zinco e potassio). Per la mia
esperienza è più utile per valutare l’inquinamento
ambientale da mercurio che non quello endogeno (cioè proveniente
dalle otturazioni);
• profilo ematico (in particolare viene valutata
la relazione tra glucosio, colesterolo e trigliceridi. In questa
valutazione vanno però anche attentamente considerati eventuali
errori nutrizionali e fattori patologici concomitanti);
• Patch test: è un test cutaneo per evidenziare l’allergia all’amalgama;
• Chew test: si fa masticare una specie di gomma
americana e si misura la quantità di mercurio che vi è
contenuta dopo un determinato numero di cicli masticatori. È un
esame che richiede attrezzature speciali e che può esser fatto
solo in centri di ricerca.
Dove va il mercurio una volta penetrato nell’organismo?
L’organismo fa del suo meglio per espellere il mercurio
(attraverso le urine e le feci). Il mercurio rimasto in circolo si
deposita in organi bersaglio: soprattutto nel tessuto adiposo (il
grasso), poi nella pelle, intestino (in particolare colon), tiroide,
fegato, reni, testicoli, prostata, ossa, muscoli, ghiandole salivari,
cervello. Il mercurio è rintracciabile inoltre nella saliva, nel
sudore, nella placenta, nel latte materno.
È possibile rimuovere in un’unica seduta tutte le otturazioni in amalgama?
In genere consiglio al paziente di rimuovere le otturazioni una per
volta (due o tre se piccole e collocate sullo stesso quadrante), ogni
uno-due mesi, per dare all’organismo il tempo di recuperare.
Fondamentale è che la rimozione avvenga in ambiente protetto.
In una rimozione di amalgama si usa l’anestesia?
Non c’è da questo punto di vista una differenza fra
otturazioni in amalgama e otturazioni in altro materiale.
L’anestesia in genere ha controindicazioni nonché effetti
collaterali, per cui la sconsiglio ove il paziente tolleri il fastidio
e non sia presente dolore. Non si dimentichi che il dolore operatorio
può salvare un dente dalla devitalizzazione. Vero è che i
tempi di una rimozione devono essere più brevi possibile, e meno
il paziente si muove o costringe a pause l’operatore, più
si accorciano i tempi dell’intervento.
Quando è assolutamente urgente effettuare la rimozione delle otturazioni in amalgama?
Se un’otturazione in amalgama è infiltrata da processo
carioso è urgente rimuovere l’otturazione per curare il
dente. Inoltre, è consigliabile rimuovere tutte le otturazioni
in amalgama qualora in bocca siano presenti altri metalli. Sono
sicuramente da asportare le otturazioni visibilmente corrose (esse si
presentano nere e opache, le gengive vicine sono macchiate di nero, il
paziente avverte sapore metallico in bocca). Infine la rimozione di
tutte le otturazioni in amalgama è necessaria qualora sia
vivamente sospettato un nesso fra la presenza di queste e alcune
patologie o disturbi del paziente.
Desiderando effettuare la rimozione completa delle otturazioni in amalgama, da quale iniziare?
In assenza di problemi specifici di singoli denti, è
consigliabile effettuare la cosiddetta rimozione sequenziale, iniziando
dall’otturazione più elettronegativa (quella che si
corrode di più): se vengono prima rimosse tutte le otturazioni
con le più elevate misurazioni negative le probabilità di
miglioramento sono di almeno l’80%.
Quando è sconsigliato effettuare la rimozione di un’otturazione in amalgama?
In gravidanza e in allattamento è assolutamente necessario
astenersi dal rimuovere o intervenire in alcun modo su otturazioni in
amalgama; anche la disintossicazione connessa a un intervento di
rimozione di amalgama non deve coincidere con i periodi di gravidanza e
allattamento.
Quali accorgimenti per la rimozione protetta chiedere al proprio dentista?
Per minimizzare l’esposizione dell’organismo dei miei
pazienti al mercurio (per ingestione, per inalazione e per assorbimento
transmucoso) seguo il seguente protocollo di rimozione protetta:
- il locale operatorio è appositamente
strutturato per garantire un ricambio dell'aria adeguato (pari a circa
18 ricambi per ora). Ciò grazie all'azione di un sistema
aspirante dotato di filtri per il mercurio (a carbone attivo e a
scambio ionico), le cui bocche di aspirazione sono posizionate in
basso, dato che i vapori sono più pesanti dell’aria.
Questo primo accorgimento consente di abbattere drasticamente la
quantità di vapori di mercurio derivanti dall'azione della fresa
sull'amalgama nell'ambiente di lavoro;
- è applicata la diga di silicone (non di gomma)
sui denti da trattare al fine di evitare la possibilità di
ingestione dei detriti d'amalgama al paziente. (La diga è in
pratica un foglio di gomma sorretto da un telaio sul quale viene
praticato un foro che permette la fuoriuscita del dente isolando tutto
il resto del cavo orale). Ove possibile la diga è montata su
più elementi dentari al fine di non posizionare l'uncino sul
dente da trattare: quest'evenienza, infatti, riduce l'efficacia
dell'aspiratore clean-up per una ragione di ingombro intorno al dente;
- durante la rimozione si dota il paziente di maschera
nasale collegata ad un circuito di ossigeno al fine di ridurre
ulteriormente il rischio inalazione. Se il paziente non tollera
l’inalazione di ossigeno, lo si protegge con doppia mascherina di
protezione. Gli occhi del paziente sono protetti con garza bagnata e
occhiali protettivi. I capelli del paziente sono coperti con cuffia
protettiva (anche l'operatore indossa una maschera protettiva specifica
per i vapori);
- per l'aspirazione intraorale è utilizzata una
doppia fonte di aspirazione chirurgica (sopra e sotto la diga): una di
queste è il clean-up, aspiratore monouso appositamente studiato
in Svezia;
- la rimozione è effettuata con massima
irrigazione (l’acqua fredda riduce il surriscaldamento
dell’amalgama e quindi la produzione di vapore di Hg) e a basso
numero di giri. L'utilizzo di un moltiplicatore di giri su micromotore
in luogo della turbina riduce la nebulizzazione del mercurio e
contemporaneamente sfrutta la maggiore forza del moltiplicatore, pur
lavorando ad un numero di giri sostanzialmente ridotto rispetto alla
turbina ad aria. Sono impiegate apposite frese (di piccole dimensioni,
al carburo di tungsteno con lame a taglio incrociato e a testa
lavorante) che surriscaldano molto meno l’otturazione e
abbreviano il più possibile i tempi della rimozione.
L’amalgama è rimossa in grossi blocchi onde ridurre il
più possibile l’azione della fresa sulla amalgama; per lo
stesso motivo, ove possibile l'otturazione è disincastonata,
ovvero si agisce con la fresa tra questa e le pareti residue del dente,
aiutandosi eventualmente con strumenti a mano. Una abbondante
detersione della cavità del dente dopo la rimozione serve a
rimuovere i detriti microscopici eventualmente presenti.
- Una volta terminata la rimozione, è eseguita
una detersione del viso del paziente onde rimuovere eventuali depositi
(inoltre il paziente dovrà lavarsi i capelli una volta tornato a
casa). Dopo l’intervento di rimozione, si prosegue la seduta
dentistica in un’altra sala operatoria in attesa che nella
precedente sia completato il ricambio d’aria.
All’intervento di rimozione di amalgama deve essere affiancata una terapia?
Sì: è necessario aiutare l’organismo sia a
disintossicarsi sia a prepararsi alla rimozione, rimozione che comporta
sempre, nonostante tutte le precauzioni che si possono prendere, una
minima liberazione di mercurio. Il paziente dovrà essere
preparato con sostanze che proteggono dagli effetti dell’amalgama
(vitamine e sali minerali, come la vitamina C, dose consigliata 1
grammo al giorno, la vitamina E, 100 milligrammi al giorno, il selenio
e il magnesio), ne riducono l’assorbimento (carbone vegetale, da
assumere il solo giorno della rimozione) e ne favoriscono
l’eliminazione (terapia farmacologica chelante). Il trattamento
inizierà almeno una settimana prima della rimozione e si
protrarrà dai due ai sei mesi dopo, a seconda dei casi. In
genere prescrivo chelanti per via orale, come il Metal Free
Quali sono i tempi della disintossicazione?
Dipendono dal soggetto, dal suo stile di vita e dalla sua
alimentazione. Un’alimentazione corretta, naturale (integrale,
biologica, essenziale per quantità e qualità) può
incrementare le capacità di disintossicazione
dell’organismo, quindi sì alle verdure crude (finocchi,
carote ecc.), ai cibi ricchi di fibre, no ai cibi raffinati e agli
squilibri nutrizionali. Evitare: pesce di grossa taglia, crostacei,
molluschi, alcool, caffeina, zucchero, cioccolato, latte e latte
derivati (permesso il burro), margarina, carboidrati raffinati, fumo.
È inoltre necessario che ci sia un buon funzionamento
intestinale, quindi è opportuno non mangiare pesante (fritti,
carni grasse, insaccati grassi), specialmente la sera, e ridurre la
carne al minimo (max 3 volte la settimana). Si utilizzino olii di prima
spremitura a freddo, specialmente olio extra vergine di oliva.
Consigliati, perché favoriscono l’assorbimento delle
sostanze nutritive: burro, uova, sale, proteine. Si raccomanda di bere
molta acqua, a temperatura ambiente (2 litri al giorno, fuori dai
pasti). Infine, si raccomanda l’esercizio fisico: sudare,
muoversi, fare bagni caldi (ottime anche le saune) perché il
mercurio inizi di nuovo ad uscire attraverso la pelle così da
alleggerire il carico di lavoro di reni e fegato.
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