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BIOENERGETICA




Lowen e la sua creatura, la Bioenergetica, sono noti ormai a profani e specialisti e sono la base di numerose tecniche di lavoro corporeo o psicologico nate negli ultimi 40 anni.
E' noto anche che padre delle teorie di Lowen fu Wilhelm Reich e madre della Bioenergia fu perciò l'Energia Orgonica di Reich.
Lowen studiò con Reich dal 1940 al 1952, quando lasciò il maestro non condividendo le teorie di Reich sull'Energia Orgonica. Continuò però sulla strada aperta da Reich, sviluppando una propria teoria mente-corpo definita Bioenergetica.
La Bioenergia è l'energia vitale che ciascuno di noi ha e che determina il nostro modo di essere e di agire, di rispondere agli stimoli o di provare emozioni e sentimenti.
La Bioenergetica è l'insieme degli esercizi respiratori e fisici in grado di innalzare il livello energetico dell'organismo, permettendo la lisi delle corazze emotive e caratteriali e favorendo la pratica psicoterapeutica.

Sarebbe facile obiettare che tra Bioenergia di Lowen e Prana indiano o Qi cinese non c'è molta differenza, ma a Lowen va il merito di aver inserito in un contesto organico di psicoterapia ad approccio corporeo esercizi di respirazione e fisici capaci di liberare le energie emotive latenti nel soggetto ed allo stesso tempo di ancorarlo alla realtà (grounding).
Pensiamo per un attimo alla libertà di espressione di un bambino, alla sua capacità di esprimere la gioia ridendo e cantando, o il dolore piangendo e gridando: sono pari solo alla sua capacità di movimento, alla sua disponibilità a correre e saltare.
Quanti di noi sono capaci e disponibili a fare salti di gioia o a piangere in pubblico per qualcosa che va storto?
Tutte le nostre reazioni emotive, e perciò tutti i gesti a loro collegati, risultano controllate e compresse: affrontiamo il mondo (interno ed esterno) con la testa, con la razionalità.
La nosta razionalità è però una abilità recente (40-100.000 anni), l'emotività ha milioni di anni, è ben più radicata in noi, più collaudata, meno influenzabile.
Il nostro maldestro tentativo di far tacere le nostre emozioni mascherandone l'espressione corporea determina da un lato l'incapacità di gestire correttamente la parte razionale della mente, impegnata
contemporaneamente a risolvere il problema e a tacitare le emozioni risvegliate dal problema stesso, dall'altro blocca l'espressione corporea dei sentimenti (di rabbia, di gioia, di dolore ...). I muscoli si preparano ad eseguire il programma previsto per quell'emozione e la mente li blocca: lentamente i muscoli, caricati di energia non liberata, si tendono nella posizione statica prevista per la fase iniziale della reazione: compaiono le corazze muscolari citate da Reich.
Si tratta di tensioni muscolari più o meno localizzate in grado di alterare lo sviluppo armonico del corpo di un bambino (determinando scoliosi per esempio) o di causare disfunzioni e dolori nell'adulto (cervico brachialgie, lombalgie, cefalee).

Gli orientali, molto pragmatici ed osservatori, hanno da secoli notato questi "blocchi energetici" e li hanno spiegati con la teoria dei Chakra. Hanno ritenuto che le varie funzioni (fisiche, psichiche ed emotive) del corpo fossero controllate da vari centri, i Chakra appunto, nei quali l'energia destinata a quelle funzioni fosse accumulata e rilasciata al momento opportuno.
Tutte le tecniche orientali (dallo Yoga al T'ai Chi Chuan allo Zen) cercano di attivare e mobilizzare l'energia di questi Chakra con esercizi fisici e respiratori.
Se osserviamo i loro schemi Chakra/emozioni e li confrontiamo con gli schemi delle tensioni muscolari legate alle emozioni abbiamo una sovrapposizione quasi perfetta.





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